Mattia Bianucci - Personal Trainer Running - Alessandria,Valenza,Casale, Novi Ligure: Musica e allenamento

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giovedì 11 gennaio 2018

MUSICA & Allenamento

Buonasera cari lettori! :)

Ascoltare musica durante l'allenamento... si o no?
La risposta a questa domandona è SI, in determinate situazioni e NO in altri contesti, e vi spiegherò brevemente quali sono dal mio punto di vista.

La musica ha tanto il vantaggio di "caricare" l'atleta prima di un workout, quasi come una sorta di "iniezione acustica" motivante, quanto il potere di trasformarsi in una distrazione, di totale intralcio all'allenamento.

Quando ascoltare musica

In circostanze di allenamento indoor, in cui ci si allena per medio-lunghi periodi di tempo su macchine cardio che richiedono una certa ritmica - musica a 180 BPM viene di estremo aiuto all'atleta, in quanto, oltre a svolgere la funzione di vero e proprio "metronomo", rompe anche un pò la monotonia dell'allenarsi da fermi insita nei tapis roulant, ellittiche, vogatori e via dicendo.


(Tipico sound che scelgo e mi è di grande aiuto nei lunghi minutaggi di salto con la corda)


Un esempio lampante di binomio MUSIC/WORKOUT perfetto è il salto con la corda, dove le ritmiche Dance, magari quella anni '90 (alta qualità :D) possono essere determinanti per aiutare l'atleta ad andare lontano in termini di minutaggio; spesso 30' continuativi di salto volano, quando si è ben concentrati nel sincronizzare il passo con la "cassa".

Quando non ascoltare musica

Rimanendo ancora un secondo in indoor-palestra, durante le sessioni di pesistica di qualsivoglia natura, oppure sedute di calisthenics, ginnastica a corpo libero, isometria - personalmente dico NO alla musica, dal momento che in queste circostanze è molto importante focalizzarsi sulla corretta forma dell'esercizio e sulla respirazione, senza distrazioni esterne, siano esse la musica o eventuali persone in vena di conversazione. 
Nei circuiti di pesistica o corpo libero, bisogna quasi "estraniarsi" ed immergersi completamente, con tutta l'attenzione possibile nell'esercizio. Questo stato di mindfulness innalza sensibilmente il valore qualitativo dell'allenamento, con rilevanti benefici psicofisici. Inoltre, essere presenti a sé stessi può essere tra i fattori determinanti ad evitare potenziali infortuni.

Personalmente, mi riesce davvero complicato concentrarmi sul ritmo delle ripetizioni ad ogni esercizio, se in testa la musica mi detta tutt'altra velocità d'esecuzione.

Venendo alle attività outdoor, per tutti coloro che apprezzano gli inglesismi :D, assolutamente NO alla musica e per una ragione su tutte: per strada bisogna essere vigili al 100%, massimo dell'attenzione sensoriale, cervello attivato e non in "modalità lobotom"! Che si pratichi ciclismo, corsa o nordic walking è necessario capire cosa sta accadendo intorno a noi, PRESENTI appunto. Ci va un attimo a trovarsi in mezzo alla strada, con macchine che ci danno di clacson senza essere sentite... pensateci.

In particolare quando correte, provate ad ascoltare il suono dei passi e il ritmo del respiro; col tempo e l'allenamento diventerà una bella musica... ancora più apprezzabile se vi allenate in mezzo alla natura! ;)

Ancora due parole sulla musica durante lo stretching; questa pratica, che dovrebbe sempre chiudere gli allenamenti, ha come suo fine ultimo quello di portare l'atleta in uno stato di rilassamento, permettendogli in questo modo di defaticare... perciò scegliete una colonna sonora "utile alla bisogna".

E per ora è tutto!

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