E rieccomi qui!
In occasione di questi Mondiali Master di Corsa in montagna a Susa, il sottoscritto con mio papà fedele fotoreporter, ci siamo voluti concedere un weekend in trasferta per affrontare l'evento con tutta la calma e il riposo necessari. Partenza sabato nella prima mattinata, alle 10:00 siamo già a Susa. Il centro nevralgico della manifestazione, ovvero il Salone Mons. Rosaz in Piazza Oddone, sede dell'expo e ritiro pettorali, è facilmente rintracciabile e in meno di dieci minuti riesco a completare tutte le operazioni classiche del pre gara, i "riti del giorno prima", pettorale 2002, Gara Open e t-shirt Mizuno dedicata all'evento, tutto pronto!
Nell'area è possibile respirare l'atmosfera di evento internazionale, una specie di dejavu già sperimentato in numerose altre trasferte podistiche europee a cui ho preso parte ma che fa sempre piacere rivivere. Abbiamo tutto il tempo per fare un giretto/sopralluogo a Susa, dall'Arco Romano, punto di partenza delle gare, al vicinissimo centro. E' proprio qui che durante il pranzo in un dehor ho modo di incontrare Ilaria (Bergaglio), reduce dalla Gara Open corta e l'occasione è buona per scambiarci punti di vista e sensazioni sul percorso: duro e ben poco corribile! Ilaria, erroneamente inserita nella categoria master femminile MF35 ha dovuto, all'ultimo, partire nella Open in quanto non in possesso dell'età minima richiesta per pochi mesi, ma tutto sommato, visto il primo posto conquistato direi che è andata bene!
Intorno alle 16:00 arriviamo al nostro hotel di Bardonecchia, collocato in ottima zona panoramica e qui ne approfittiamo per farci una bella pennica; successivamente, con molta calma, ci siamo fatti un giro nel centro della cittadina torinese culminato con un bel caricone di carboidrati in pizzeria: Rucola e macedonia con gelato è stata la mia cena pre gara; un pasto ben equilibrato. Considerando la sveglia alle 5:30 del mattino, alle 22:00 sono già a letto.
La gara
(fonte: stellinarace.it)
Ieri mattina arriviamo a Susa alle 7:15 e dopo le varie procedure di scioglimento e riscaldamento muscolare, alle 8:00 sono pronto sotto l'Arco di Augusto. Il grafico altimetrico nella foto qua sopra parla non chiaro, chiarissimo; 11033mt con 1495mt D+. Il come affrontare questo percorso ce l'avevo ben chiaro in testa da tempo: massimo rilassamento muscolare e respirazione costantemente in controllo (segnale acustico del cronometro ogni 10' per ricordarmi di effettuare questa "scansione") per regolare il livello di sforzo percepito; Dopo i 2km iniziali in uscita da Susa, da correre in scioltezza, l'attacco alla montagna sarebbe stato in tecnica marcia/scalata, con la corsa da inserire solo nei tratti in cui la pendenza consentisse di correre, a dire il vero ben pochi per quanto mi riguarda.
Per fortuna posso dire di essere un buon marciatore e le sedute specifiche di Ski Walking sono state davvero utili; su un percorso come lo Stellina, i bastoni da NSW mi sarebbero serviti come il pane, anche se lo specialista casalese Andrea Patrucco mi conferma che sono ben altri i dislivelli in cui è necessario salire con l'ausilio dei bastoni, si parla di gare di km in verticale o sky race. Tant'è..
Durante la preparazione ho utilizzato sedute di corsa e marcia sulle scale e su tappeto inclinato davvero simili al gesto tecnico della corsa in montagna; in particolare, per quanto riguarda la tecnica di marcia/scalata, mi sono allenato nel riuscire a mantenere un passo svelto a falcata ridotta però stando in una posizione più eretta col busto (e non coricato sulle ginocchia come fanno in molti, metodo che a mio avviso limita la gittata respiratoria oltre che creare disagio ai muscoli lombari nel lungo periodo), in modo tale da non bloccare il diaframma, mani in appoggio a metà coscia invece che sulle ginocchia inclinando il corpo verso la salita partendo dalle caviglie.
Questa, in definitiva, è la tecnica che ho utilizzato per l'intera scalata, tanto di cappello per quegli atleti che sono stati in grado di correre tutti i 9 km di muro con picchi di salita anche al 40% ed una media generale del 16%. Tra questi non posso non menzionare Antonella Confortola, pluri campionessa di sci di fondo e corsa in montagna, che me la sono vista "zompettare" di fianco con passo leggero ed elegante, davvero ammirevole.
Per tutta l'ascesa ho mantenuto un livello di concentrazione quasi meditativo, praticamente ero in "trance".... e voi direte: "Si, non era nient'altro che una fase mistica data dallo sforzo estremo e dalle endorfine in circolo! Eri in trip!". Bé può darsi, ma ero al 100% a fuoco su quello che stavo facendo. Il "focus", come si suol dire, era principalmente orientato all'attento ascolto del corpo e la cura di quattro aspetti della forma: Allineamento Posturale - Rilassamento - Respirazione - Inclinazione.
Questi dettagli (costantemente tenuti d'occhio ogni 10' con un segnale acustico del cronometro) mi hanno permesso di salire in relativa economia e ottima gestione dello sforzo, che comunque, su una scala di percezione da 1 a 10 collocherei a 9.
Il tracciato è stato spettacolare in tutti i suoi passaggi, dai sentierini alle rocce passando per boschi e mulattiere; vedere Susa dall'alto e comprendere quello che stai facendo non ha prezzo! Ringrazio tutte le persone incontrate lungo il percorso e i ragazzi ai ristori che con grande energia ci hanno costantemente incitato a salire e ad andare avanti; un tipo di incoraggiamento preziosissimo quando il livello di fatica è alle stelle.
L'ultimo km e mezzo, caratterizzato da un prato immenso in stile Heidi, ma senza caprette a farti ciao, sembrava non finire mai e saliva, ancora e ancora. Tanto incitamento lungo il percorso finchè non scorgo il cartello 500mt al traguardo, ok ci siamo quasi, andiamo! Contro luce intravedo una figura famigliare in posa da fotografo e tra me penso: "Io questo lo conosco!", certo! E' Fausto Guzzo del G.P. Solvay che mi da l'ultimo incitamento; svolto a sinistra sempre in salita, che però ora è meno aspra e scorgo Andrea Patrucco che mi viene incontro: "Ancora 50 mt ed è fatta".
Concludo questo Memorial Partigiani Stellina in 1h:41':46" con l'obiettivo di rimanere sotto le 2 ore pienamente raggiunto. Mi sono voluto mettere in gioco in un tipo di specialità dell'Atletica Leggera, ovvero la Corsa in montagna ancora poco diffusa e che non si pratica tutti i giorni e sono assolutamente soddisfatto. Ho imparato che correre o comunque muoversi su questo genere di tracciati aiuta molto a guardarsi dentro in una costante comunicazione mente-corpo-montagna durante l'azione; per chi non lo vive potrà suonare un pò romantico, ma sono aspetti che vanno ben oltre i meri rilevamenti cronometrici.
A quota 1945 mt, ai piedi del Rocciamelone, ecco gli altri alessandrini giunti al traguardo:
Andrea Patrucco, Atletica Monterosa, 7° - 1:18:04
Achille Faranda, Brancaleone Asti, 69° - 1:24:43
Diego Picollo, Maratoneti Genovesi, 71° - 1:24:54
Alex Zulian, GP Solvay, 76° - 1:26:07
Paolo Bertaia, Atletica Valenza, 84° - 1:27:05
Maurizio Di Pietro, GP Solvay, 126° - 1:34:53
Gigi Cabrino, Avis Casale, 140° - 1:37:50
Alberto Carraro, Ovadese Trail Team, 148° - 1:40'38"
Diego Scabbio, Atletica Novese, 161° - 1:46:37
Il contorno gara
Ci sono state delle piccole falle in questa breve spedizione a Susa che ci tengo a segnalarvi in modo tale che non incappiate in fastidiosi disagi nel caso voleste organizzare una gita da queste parti.
Il tour operator Last Minute Tour con sede a Susa, segnalato da stellinarace.it che gestiva i vari pacchetti alberghieri per la zona di Bardonecchia è assolutamente da evitare, sia per quanto riguarda l'estrema lungaggine nel dare risposte, che per la mancata puntualità del servizio di trasporto con navetta da Bardonecchia a Susa il giorno della gara. Nonostante fosse un servizio pagato e incluso nel pacchetto, alla fine ho dovuto prendere la mia macchina per arrivare a Susa con un margine di tempo sufficiente. Durante eventi del genere, la puntualità è d'obbligo.
Considerazione negativa anche per il ristorante Bella Napoli di Susa http://www.bellanapolisusa.it/ dove, tra i vari menù sul sito viene esposta anche la scelta vegetariana; peccato che poi dal vivo, al momento dell'ordinazione ti venga detto che tale menù sia inesistente e ti ritrovi costretto a ripiegare su piatti di fortuna. Credo che a nessuno piaccia essere presi in giro, quindi, nel caso siate vegetariani come me, optate per la visita ad un altro ristorante.
Nota positiva per l'ottimo Hotel Des Geneys http://www.hoteldesgeneys.it/ a Bardonecchia, che mi sento di consigliare senza riserve, collocato in una notevole posizione panoramica.
Sempre a Bardonecchia vi consiglio di andare a mangiare al ristorante pizzeria La Filanda http://www.ristorantelafilandabardonecchia.it/il-ristorante.html buonissime pizze e personale davvero cortese e disponibile.
Come ultimo punto c'è un quesito che mi sono posto ieri: Perchè chi ha partecipato alle gare Open non ha avuto diritto al buono pasto da consumare all'area catering presso la tensostruttura come gli atleti master ma solo un buono per consumare una birra gratis??!! Ok che il maltosio fa bene, ma la fame è fame, specialmente dopo una sfacchinata simile! Per la serie misteri irrisolvibili che nemmeno Adam Kadmon..
Vi lascio con una breve galleria fotografica
A presto!