Mattia Bianucci - Personal Trainer Running - Alessandria,Valenza,Casale, Novi Ligure: FARTLEK: La storia delle "SESSIONI A SALSICCIA"

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lunedì 19 marzo 2018

FARTLEK: La storia delle "SESSIONI A SALSICCIA"

Articolo originale del Coach Keith Livingstone
Traduzione in italiano: Mattia Bianucci Trainer

Recentemente, in Australia, ho sentito diversi runners utilizzare il termine "sessione a salsiccia" senza pensare che io potessi avere la minima comprensione del termine o conoscenza del metodo di allenamento; per questo motivo, forse è ora di raccontare la storia brevemente.

foto http://www.bendbulletin.com
Quando ero un bambinetto negli anni Cinquanta, la formula per il successo era data dal correre ripetute in pista. Bannister, Zatopek, Pirie - tutti i più grandi erano il prodotto di intense ripetute, solitamente sulla distanza di 400 m. Sostenuto dal tedesco Woldemar Gerschler e ai tempi sposato dalla maggioranza dei coach europei e americani, si trattava di un sistema molto germanico - metodico - disciplinato e misurabile.

Dal momento in cui cominciai l'università, un altro approccio stava prendendo piede, traendo origine dall'atmosfera più libera delle foreste di pini in Svezia, ovvero l'idea del fartlek di Gosta Holmer (gioco di velocità) che in breve tempo si diffuse in tutto il mondo, arrivando fino alle colline sabbiose di Portsea, Victoria. L'ideale o l'essenza del fartlek era che la corsa dovesse esprimere la personalità del corridore, e per questo motivo, dalle parole di Holmer stesso, "l'allenamento si sviluppa in base all'individualità propria del runner". Il fartlek, come le ripetute, è un allenamento veloce-lento, ma gli sforzi e i recuperi sono dettati dall'indole dell'atleta e dal tipo di terreno, non da una distanza esattamente misurata da coprire come in pista o da un cronometro.

Le "sessioni a salsiccia" fondono questi due principi opposti. Come studenti, eravamo dediti a sperimentare di tutto, dall'inglese vecchio stile "lepre e segugi" (traduzione letterale di "hare and hounds", gioco su percorso campestre, in cui un gruppo di persone (segugi) seguiva un altro individuo o gruppo (lepri) che lasciavano dietro di sé pezzetti di carta (essenza). Stile di corsa campestre che si sviluppò in Inghilterra agli inizi del 19° secolo da un gioco scolastico chiamato appunto "hare and hounds" o "inseguimento della carta". NdMBT) con finale in progressione, alle ripetute ad alto volume "Zatopekiane" in pista. Cominciammo a spostare l'enfasi sugli intervalli lunghi, X 1 miglio o X 2 miglia, che in quei giorni potevano sembrare una peculiarità tipicamente inglese, con Gordon Pirie come esponente di spicco. Mi ricordo ancora quel giorno del 1961, quando Mike Turner, al culmine della sua lunga carriera internazionale, corse 9 X 1 miglio sulla pista dell'Università di Cambridge, logorando un bel numero di compagni di allenamento proprio come l'insaziabile Imperatrice Romana Messalina aveva fama di aver esaurito i suoi amanti. Personalmente, rinunciai dopo sette.
Una notevole decade di runners internazionali stava per emergere da Cambridge sotto l'ispirazione perspicace ma intransigente di Turner.

Dr. Keith Livingstone
Da questi lunghi intervalli in pista, ci spostammo ai lunghi intervalli fuori pista. Cinque minuti di ripetute sulla strada (solitamente 6 X 5 minuti con 2 minuti di recupero) divennero un'istituzione di Turner - tre all'andata, tre al ritorno, nessun modo per svignarsela. Successivamente, lontano da Cambridge per tre anni, adattai l'idea degli intervalli a tempo ad una varietà di sessioni da 5 minuti o approssimativamente 1 miglio, su e giù per le colline sabbiose e ricoperte di erica molto comuni nel sud-est Surrey, dove ora vivevo. Una volta o due alla settimana mi dedicavo a sedute da 10 X 5 minuti, ciascuna su un terreno differente. Nel frattempo, sui sinuosi campi dai colori sgargianti della contea di Cambridge, Mike conduceva una truppa di runners su un regolare circuito da 10 miglia, suddiviso in sforzi da 2 minuti, con un minuto di camminata come recupero a rotazione. Dato che ciò somigliava in qualche modo ad una lunga sequenza di rigonfiamenti separati da un cordino, l'allenamento divenne noto come la sessione a salsiccia.

Tornai a Cambridge per ricerche nel 1964. Mike, anch'egli impegnato a lavorare sulla sua tesi di dottorato, era ormai un affermato campione a livello internazionale e io ero campione provinciale della contea di Surrey. Desideravamo entrambi fare un sacco di corse tirate in campestre, ma ci impegnavamo in simili sessioni almeno una volta alla settimana conducendo gruppi di studenti più giovani. Perciò le mie serie di miglia campestri e le sue sequenze di sforzi dai 2 ai 5 minuti furono combinati nell'allenamento generale di corsa ad intervalli senza un percorso precisamente stabilito, ma misurato in base al tempo piuttosto che ad un circuito conosciuto. Quanto distante potevamo correre in ogni frazione da 5 minuti era molto dipeso "dall'andazzo" del momento... ma in quel bel pantano fangoso, non è che andassimo molto lontano.

Ancora adesso le chiamiamo sessioni a salsiccia, ma il cordino oggi tende a diventare ingarbugliato dal momento che chi conduce il gruppo spesso esegue delle "virate" per andare a recuperare runners affaticati o che stanno per mollare. Avremmo potuto chiamare queste sessioni "Segui il mio leader" o "Ripetute Campestri". Se all'epoca ci fossero stati i computer, avremmo potuto chiamarle LIOCROW (Long Intervals On Country Run On the Watch - Lunghi Intervalli Su Campestre Corsi Con l'Orologio, NdMBT), oppure FRIGS (Free Ranging Interval Group Sessions - Sessioni Di Gruppo A Intervalli Liberi, NdMBT).

Ma salsicce anticipò il linguaggio dei computer.


I BENEFICI DELLE SALSICCE

MENTALI

* Mantengono e generano interesse: non c'è ripetitività, lo scenario varia in continuazione e con esso le sfide intrinseche.
* Sviluppo di quello che mi piace definire un "attitudine filosofica"; ad esempio imparare ad accettare le colline o il fango come fatti della vita, nessuna afflizione da cui scappare via.
* Insegnano il controllo del passo su tutti i tipi di terreno.
* Insegnano a come transitare da una tipo di fondo all'altro a ritmo gara.
* Insegnano a famigliarizzare con la corsa di gruppo.

FISICI

* Forza generale, in particolare i muscoli delle gambe.
* Muscoli posturali ed equilibrio (propriocettività) da qui la velocità per lunghe sessioni. Velocità di gambe.
* Cuore e sistema cardio respiratorio.
* Abilità di correre bene da affaticati
* Mentali/Fisici

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Buoni allenamenti a tutti! Magari.... a salsiccia! 👈👈

A presto!


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