L'articolo che segue è tratto da www.benessere.com, e in più, un interessante documentario video dell'autore Danny Dreyer di un'ora circa sulla disciplina. Buona lettura e buona visione!
(Danny Dreyer: Chi Running - Un rivoluzionario approccio per una corsa meno dispendiosa e senza infortuni)
(Per correre non servono le gambe)
IL CHI RUNNING
“Per correre non servono le gambe”; è questa la grande rivoluzione del ChiRunning. Rispetto agli approcci più classici, come il Power Running, si tratta di una metodologia olistica e innovativa applicata alla corsa che consente di bilanciare gli sforzi ed evitare gli infortuni. Essa integra alla perfezione la tecnica di corsa con gli insegnamenti dell’antica arte del Tai Chi secondo i principi del “non-agire” per cui il “chi”, che è l’energia che anima tutte le cose, deve scorrere liberamente attraverso un sistema di meridiani che distribuiscono l’energia in tutte le parti del nostro corpo. Dunque, non solo allenamento ma una modalità che aiuta a vedere e considerare la vita in maniera autentica che ha molta affinità con discipline come lo Yoga, il Karate, il Chi Kung (o Qi Gong) e ovviamente il Tai Chi Chuan. Lo sguardo è oltre il raggiungimento del risultato immediato e pratico, l’obiettivo va a porsi all’interno del proprio sé ed è strettamente legato alla spiritualità e allo sviluppo della consapevolezza. Anche nei principi e nei termini si segnala una netta distanza con l’allenamento standard:
ORIGINI
Il successo e la diffusione del ChiRunning originano dagli Stati Uniti a seguito della pubblicazione di un libro scritto dal maratoneta, istruttore e ricercatore Danny Dreyer.
Negli ultimi anni la pratica del ChiRunning si è progressivamente diffusa dagli Stati Uniti a molti altri paesi, fino a costituire un vero e proprio fenomeno di massa: dopo aver venduto più di 150.000 copie in patria ed essere stato tradotto in 14 lingue, il manuale di Danny e Katherine Dreyer è giunto in Italia in un’edizione appositamente curata da Gary Brackett, allievo di Dreyer, pioniere del “movimento” e primo istruttore autorizzato di ChiRunning in Italia. Dreyer, mettendo a punto la sua metodologia, è partito dal dato che il 65% di coloro che praticano la corsa negli Stati Uniti vanno incontro, almeno una volta l’anno, ad un infortunio. Ciò viene motivato dall'autore dal fatto che la corsa è troppo focalizzata sul potenziamento, a discapito dell’organismo considerato nella sua totalità.
Danny Dreyer individua nel chirunning 4 “Chi- skills” che non sono altro che i quattro principi con i quali chiunque abbia intenzione di cambiare la propria maniera di correre dovrà confrontarsi da subito:
• Concentrazione
• Percezione corporea
• Respirazione
• Rilassamento
• Percezione corporea
• Respirazione
• Rilassamento
TECNICA DI CORSA
Cambio di passo, nuovo e più efficace assetto posturale, controllo dell’appoggio del piede e continua ricerca del migliore rilassamento del corpo durante la corsa sono alcune delle innovazioni tecniche che caratterizzano questa disciplina.
L’allineamento posturale che si traduce nel mantenimento di giusti rapporti tra punti precisi del corpo (lobo dell’orecchio, spalla, ossa iliache, malleolo esterno) e il rilassamento sono due condizioni inscindibili e indispensabili per svolgere una corsa efficace. L’una deve comprendere l’altra. Il controllo del baricentro presuppone un appoggio che va a porsi sulla parte mediana del piede bilanciato con un’inclinazione verso l’avanti del tronco così da sfruttare meglio l’azione propulsiva naturale della forza di gravità per spingersi in avanti; in questo modo diminuisce, inevitabilmente, la fatica degli arti inferiori che dovranno spingere meno ma soprattutto si annullano tutta una serie di microtraumi e contraccolpi a carico della colonna vertebrale e delle articolazioni del ginocchio del bacino e della caviglia.
Per avere un corretto allineamento posturale occorre mantenere una posizione del bacino, che deve essere leggermente spostato in avanti. In questa azione non bisogna contrarre i glutei ma portare lo sforzo sulla parte bassa dei muscoli addominali. I piedi devono essere paralleli e alla stessa larghezza del bacino.
Il corpo deve essere inclinato in avanti per consentire alle gambe un minore impatto e quindi un minore rischio di traumi. Questo “sbilanciamento” in avanti deve partire dai piedi e di conseguenza tutto il movimento delle gambe deve avvenire dietro il tronco così da rispettare la regola di equilibrio propria del Tai Chi. Ovviamente le braccia offrono un valido contributo nell’azione di spinta. Non a caso è proprio questo “l’assetto” di corsa dei più grandi maratoneti del Kenya e dell’Africa Orientale che sempre più si impongono durante le competizioni internazionali di più alto livello.
L’allineamento posturale che si traduce nel mantenimento di giusti rapporti tra punti precisi del corpo (lobo dell’orecchio, spalla, ossa iliache, malleolo esterno) e il rilassamento sono due condizioni inscindibili e indispensabili per svolgere una corsa efficace. L’una deve comprendere l’altra. Il controllo del baricentro presuppone un appoggio che va a porsi sulla parte mediana del piede bilanciato con un’inclinazione verso l’avanti del tronco così da sfruttare meglio l’azione propulsiva naturale della forza di gravità per spingersi in avanti; in questo modo diminuisce, inevitabilmente, la fatica degli arti inferiori che dovranno spingere meno ma soprattutto si annullano tutta una serie di microtraumi e contraccolpi a carico della colonna vertebrale e delle articolazioni del ginocchio del bacino e della caviglia.
Per avere un corretto allineamento posturale occorre mantenere una posizione del bacino, che deve essere leggermente spostato in avanti. In questa azione non bisogna contrarre i glutei ma portare lo sforzo sulla parte bassa dei muscoli addominali. I piedi devono essere paralleli e alla stessa larghezza del bacino.
Il corpo deve essere inclinato in avanti per consentire alle gambe un minore impatto e quindi un minore rischio di traumi. Questo “sbilanciamento” in avanti deve partire dai piedi e di conseguenza tutto il movimento delle gambe deve avvenire dietro il tronco così da rispettare la regola di equilibrio propria del Tai Chi. Ovviamente le braccia offrono un valido contributo nell’azione di spinta. Non a caso è proprio questo “l’assetto” di corsa dei più grandi maratoneti del Kenya e dell’Africa Orientale che sempre più si impongono durante le competizioni internazionali di più alto livello.
Durante un workshop di ChiRunning si è invitati a prendere coscienza del proprio modo di correre anche attraverso l’uso di video, rivedendo la propria azione, imparando a sentire il giusto assetto e a riconoscere la maniera di spingere più efficace. Ovviamente si lascia tempo al corpo di abituarsi alle nuove indicazioni e ai nuovi stimoli; non vi è mai costrizione e imposizione. Col passare del tempo ci si potrà stupire che qualcosa nel proprio modo di correre è cambiato ma soprattutto che grazie a questa “riprogrammazione” si sta meglio, si fa meno fatica e si avvertiranno sempre meno dolori articolari.
www.chirunning.com
Un libro interessantissimo con molti spunti di approfondimento e sperimentazione; ve ne consiglio vivamente l'acquisto al link di testa!
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