Mattia Bianucci - Personal Trainer Running - Alessandria,Valenza,Casale, Novi Ligure

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venerdì 10 marzo 2017

Kalenji Kiprun SD: le prime impressioni

Ciao a tutti!

Qualche giorno fa mi trovavo da Decathlon appositamente per acquistare un paio di solette antishock rinforzate sulla zona del tallone da sostituire a quelle normalmente in dotazione nelle scarpe da running, visto che ultimamente, soprattutto correndo su tratti in discesa, le mie borse retrocalcaneari si stanno un pò lamentando e devo fare molta attenzione.


Le Bro... ehm ehm, volevo dire Le Kalenji Kiprun SD nella
versione rosso/nero/bianco
Tra un girovagare e l'altro, non ho potuto fare a meno, ovviamente, di soffermarmi sul settore Running e soprattutto scarpe da running; per voler essere ancora più precisi, davanti allo scaffale etichettato come "Fine Serie". Qui, un modello in particolare ha subito catturato la mia attenzione, ovvero le Kalenji Kiprun SD che vedete immortalate nella foto quà a destra.


Ora, voi sapete bene a quale marca di scarpe sia stato e continui ad essere "fedele" negli ultimi anni; non ne farò menzione, ma se siete un pò scafati in scarpe, e anche solo al primo colpo d'occhio, sono convinto che avrete capito al volo! Ecco, molto semplicemente, questa è la versione Kalenji di quella ben più blasonata calzatura da running! Anzi, vi dirò di più; dopo il primo test fatto in collina ieri pomeriggio, una bella sessione di corsa in progressione, posso dire che questa Kiprun SD sia una spanna e mezza superiore alla sua cugina di simili sembianze. Booomba!! 

Foto d'Archivio: Esplode la primavera in Svezia
Non mi dilungherò sulle specifiche tecniche, visto che sono facilmente reperibili on-line, ma vi parlerò delle impressioni immediate che ho avuto alla prima calzata.
La scarpa si dimostra straordinariamente leggera, tanto da avere la sensazione che il piede sia libero, nudo, percependo soltanto il morbido del battistrada (concetto che sta alla base delle cosiddette minimal shoes), perfettamente ammortizzato a tutta pianta per una protezione totale. Inoltre, ad ogni appoggio, il piede sembra sempre fermo e perfettamente allineato, o se volete stabilizzato, come in un binario. Devo dire che il primo test è stato strepitoso e le sensazioni generali davvero ottime. Ragazzi, qui stiamo parlando di un "fine serie" 2016 come lo definiscono i tipi di Decathlon sulla cui etichetta compare il prezzo di 30 €, si avete letto bene... dai 79 che costava, e a mio avviso la scarpa è tanta roba e non ha davvero nulla a cui invidiare alla sua controparte americana. 
SD sta per "Short Distance" distanze brevi, che Kalenji consiglia, da quel poco che ho letto in Internet, fino ai 21km per andature svelte. Certo, ora bisognerà vedere come si comporteranno nel lungo periodo e come sarà il loro livello di durabilità, ma per il momento mi sento di appioppar loro un bell'8! :)

A presto!


mercoledì 8 marzo 2017

Windsprints in pista

Ciao a tutti!

Smaltite le endorfine accumulate dopo il Trofeo Avis, la settimana finora si è sviluppata in sedute "aerobiche tampone" per permettere all'organismo di liberarsi bene da tutte le scorie. Partendo dal tardo pomeriggio di domenica, al fine di rigenerare un pò dalla gara mi sono fatto 20' di remoergometro a ritmo estremamente lento e in massimo rilassamento seguiti da esercizi di stretching; lunedi recupero attivo ancora con esercizi di stretching e respirazione.

Venendo a ieri, prima di andare in pista allo stadio di Novi col mitico Viper ho fatto 30' aerobici molto blandi suddivisi in due frazioni da 15' ciascuna con remoergometro + bike intramezzate da esercizi addominali. Successivamente, una volta in pista, i nostri lavori si sono differenziati: dopo 5' di jogging in comune sul perimetro del campo da calcio ed alcuni esercizi di scioglimento muscolare, il Viper in proiezione della 24 X 1h con la Cartotecnica Piemontese si è impegnato in un medio da 40' totali suddivisi in due metà da 20' invertendo il senso di marcia; per lui già un buon minutaggio complessivo e un'ottima tenuta mentale alla monotonia che caratterizza l'anello da 400m, e considerando che era l'allenamento d'esordio in pista, buona la prima!

Viper conquista la pista; alla prima esperienza, 40' a testa bassa
Parlando del sottoscritto invece, mi sono sottoposto ad una seduta diciamo di richiamo della reattività di gambe con sprint di una lunghezza tale da non permettere all'acido lattico di accumularsi, quindi della durata mai superiore ai 20 secondi, seguiti da abbondante recupero in corsa blanda. Sprint di questo tipo permettono di utilizzare un "carburante" chiamato creatin fosfato presente nei muscoli. Tale fosfato ad alta energia può essere rapidamente reintrodotto tramite brevi intramezzi al passo o jogging. evitando così di innescare l'indesiderato meccanismo di produzione di acido lattico con relativa acidosi che impedisce di fare qualsiasi tipo di scatto più lungo (cedimento neuromuscolare).
La corsa alattacida è quindi ideale per sviluppare una "memoria muscolare" nei movimenti e coordinazione associati alla velocità degli sprint, mentre contemporaneamente si continua a costruire e mantenere la condizione aerobica.

Poi le solite zingarate. E' la pista che fa il vero atleta!!
Ho suddiviso quindi 20' di esercizio in due parti da 10' invertendo il senso di marcia. Nella prima parte ho sprintato per 100 m recuperando 100 m in curva, mentre nella seconda parte, sprint ogni 50 m e recupero di 50 m, il tutto senza soluzione di continuità. Mi sono divertito, il lavoro è stato stimolante ed intenso ma mai eccessivamente faticoso, come da programma. Per concludere la seduta ho poi fatto un richiamo della tecnica di corsa in salita andando su e giù dai gradoni dello stadio per 8 volte in estrema scioltezza e infine, di nuovo col Viper, 5' di jogging sul perimetro del campo da calcio hanno definitivamente completato la sessione.

Prima di salutarvi, per coloro che sono maestri nella padronanza della lingua inglese, vi lascio con un preziosissimo video del Coach internazionale Arthur Lydiard che illustra in maniera altamente scientifica ed esaustiva il funzionamento degli Windsprints che danno il titolo al post! A presto!


domenica 5 marzo 2017

Trofeo Avis Casale - Galleria Fotografica & Commento

Ciao a tutti!

Il Trofeo Avis di Casale Monferrato cadeva nel calendario in un momento perfetto per inserirlo in una preparazione proiettata alla mezza maratona, nella fattispecie quella di Edimburgo, che insieme ad un nutrito gruppo di podisti da squadre miste della provincia, andrò ad affrontare a fine maggio.
Non avevo mai preso parte a questa gara prima d'ora e devo dire che è stata una piacevole scoperta; per quanto mi riguarda, la scelta delle gare su strada è spesso determinata dalla difficoltà del percorso; più è impegnativo e più mi sento stimolato a parteciparvi e, di fatto, considero sempre il tracciato stesso come l'avversario principale. Riuscire poi a pianificare una buona strategia di gara ed essere in grado di applicarla bene è la mia personale vittoria, più soddisfacente di tempi e piazzamenti.

L'approccio alla gara avviene sempre tramite un "processo" di visualizzazione mentale nei giorni precedenti all'evento e anche per il Trofeo Avis non ho fatto nessuna eccezione. Nel 2013, il buon Edmil Albertone insieme a Simone Patrucco produssero per le raccolte video de "Il Monferrato" un filmato di presentazione, illustrando molti dettagli tecnici di questo impegnativo e panoramico percorso; ne ho fatto tesoro, studiandomelo per bene e in gara è servito, in quanto sapevo esattamente cosa aspettarmi. La memorizzazione del profilo altimetrico, poi, ha fatto il resto.

Molto semplicemente, la gara nei suoi 10 km di estensione si suddivide in 5,3 km di salita comprensivi di saliscendi più o meno dolci e continuativi che fanno diciamo da "sandwich" ad un bel rampone che sale irto, senza soluzione di continuità per più di 2 km con percentuali oscillanti tra l'11 e il 14%, tale rampa raggiunge il suo picco di massima asprezza in località San Giorgio. 
Nella fase al 14% di pendenza ho avuto qualche difficoltà viaggiando al ritmo di 4', ovvero stavo andando in acidosi e per questo motivo ho dovuto adottare una tecnica di ChiRunning chiamata "Lateral Stride" o falcata laterale, utilizzata dagli ultra maratoneti in maniera molto efficace per scalare strappi di salita duri quando la fatica subentra; non parlerò di questa tecnica in sede di commento alla gara, ma sono quasi certo che chi mi ha visto avrà pensato: "questo è un pò matto". Ah ah ah XD

La seconda metà di gara, invece, è caratterizzata da 5 km scarsi quasi completamente in discesa a fionda, fatta eccezione dell'ultimo km di rientro a Casale in piano; uno scollinamento totale e liberatorio dopo l'impegnativa salita di cui ho appena parlato. In questo frangente è possibile recuperare e lasciarsi andare ritrovando ritmo e giro di gambe, ed è proprio qui che sono riuscito a recuperare circa tre posizioni e un buon livello di freschezza per sprintare fino all'arco gonfiabile.

Concludo questo mio primo Trofeo Avis piuttosto soddisfatto in 40':11". C'è ancora da rifinire qualcosa nell'allenamento collinare, ma va già bene! L'organizzazione dell'evento è stata più che soddisfacente e gli amici dell'Avis e BioCorrendo hanno dimostrato grande impegno e massiccia divulgazione tramite social-media per garantire una buona riuscita. Di fatto, apprendo che i 300 partecipanti di oggi sono un numero record mai registrato dalla manifestazione.

Salutandovi, vi lascio alla galleria fotografica!

A presto!!


GALLERIA FOTOGRAFICA











































venerdì 3 marzo 2017

Qui e Ora

(Da Vivere Sostenibile, di marzo - aprile, editoriale di Silvano Ventura).


Apprezzare il presente, vivere il momento, sollevare la mente dalle attese per il futuro e dai rimpianti del passato.


E' mattina presto. La luce, i colori e i suoni di quest'alba di marzo, "sanno" già dell'estate che sta arrivando.
Sorseggio il caffè sulla terrazza, gustandomi la brezza mattutina e penso ai tanti impegni di questa giornata. All'improvviso tutto mi sembra perfetto! E' un lampo, un attimo di "assoluto"! Il mio corpo e la mia mente "risuonano" con le foglie mosse dal vento leggero e con il volo e il canto dei passeri. E' la felicità!

Dura solo un attimo, purtroppo... Poi la mente, ritorna a fare da padrona dei miei pensieri e tutto torna normale, razionale. Penso tra me e me: "è durato poco, ma è stato splendido". Mi torna alla mente una frase del Dalai Lama, che ho vista scritta in un quadretto con la sua foto, appeso in un agriturismo piemontese (che profumava molto di Tibet), in una recente visita agli amici che curano l'edizione locale di Vivere Sostenibile.

Diceva: "Ci sono solo due giorni all'anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l'altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere."
E' proprio vero, di una verità assoluta, quasi scontata!
In questa bella mattina di sole, se penso a tutte le mie preoccupazioni, ai miei piccoli tormenti, alle mie ansie quotidiane, riesco a capire che sono in gran parte frutto della mia mente. Poi ci sono gli eventi esterni, come gli imprevisti, il comportamento del prossimo, ecc. Ma su tutto ciò, non comunque il controllo... Allora voglio decidere di essere, il più possibile, qui e ora. 

Voglio esercitarmi a dare il massimo della mia concentrazione all'ascolto, alle cose che faccio. alle situazioni che vivo, alle persone che incontro. Credo che questo possa essere anche un modo per dilatare il nostro tempo, si, quello che non abbiamo mai... Un modo per "fissare" nella nostra memoria gli attimi della nostra vita, rendendoli più ricchi, più intensi. Più degni di essere vissuti!
L'invito a vivere con pienezza il presente, fa parte del pensiero di molti saggi di tutte le epoche.
Malgrado tutta la nostra scienza e tutta la tecnologia che possediamo, o a causa di queste, siamo invece continuamente distratti dal presente e proiettati altrove con la nostra mente e i nostri pensieri.

Spesso siamo scontenti e preoccupati. Siamo qui con il nostro corpo, ma non con la mente e il cuore. Quasi dei "bipolari", continuamente strapazzati tra euforie improvvise e depressioni ingiustificate. Troppi "modelli" da copiare, troppi desideri da appagare, troppe cose da possedere. Troppo "apparire" e troppo poco "essere"!
Allora fermiamoci e viviamo. Qui e ora!


mercoledì 1 marzo 2017

In avvicinamento al Trofeo Avis

Ciao a tutti!

Dopo la domenica di sci di fondo, questa settimana di avvicinamento al Trofeo Avis di Casale non può essere che di scarico, almeno in parte, dalla corsa.
Ecco quindi come sta andando a svilupparsi l'allenamento fino a questo momento:


Foto di repertorio: della serie.. "visualizzazione mentale
dell'altimetria di gara" ah ah ah XD
Lunedi: 
- 5' riscaldamento - Tecniche miste all'Uomo di Legno.
- 30' di salto con la corda svelto e continuativo; tutti i giochi di gambe, in particolare il passo jogging. Respirazione totalmente nasale. Focus sul rilassamento profondo.
- 6 sprint facili su rampa di scale da 15 scalini; su e giù senza soluzione di continuità.
- Stretching.

Martedi:
- 5' di riscaldamento - Tecniche miste all'Uomo di Legno.
- 5' di corsa su tappeto magnetico in scioltezza, salita 8%.
- 5' di remoergometro - protocollo Tabata sprint e recupero 20"/10" da 31 battute a 25 battute.
- 5' di bike - protocollo Tabata salita 6%, sprint 20" sui pedali, 10" recupero giù in sella.
- 5' di di corsa su tappeto magnetico in scioltezza, salita 8%.
- Esercizi addominali completi.
- Stretching.

Mercoledi:
Uscita aerobica in tecnica Nordic Ski Walking col mitico Viper; 60' di marcia molto svelta e decontratta in cui siamo riusciti a coprire quasi 7,5 km. Enfasi sulla spinta poderosa di braccia e dorsali, addome costantemente contratto e ampio compasso nella falcata (vocabolario Bragagna XD).
Successivamente 6 allunghi facili in salita da 60 m con ritorno in corsa lenta. Per concludere, stretching generale.

Il clou della settimana in pratica è fatto, mancano ancora un paio di sedute di rifinitura di cui tornerò a scrivere tra un paio di giorni.

Buoni allenamenti!


domenica 26 febbraio 2017

Sci di fondo a Entracque (CN)

Ciao a tutti!

Brevissimo aggiornamento sull'uscita di sci di fondo insieme al gruppo Verdefondo Alessandria di oggi. Località Entracque, provincia di Cuneo, sulle cui piste da discesa imparai a sciare da bambino.
Questa volta, e molti anni dopo, le piste erano quelle da fondo, che però, aimè, mi hanno soddisfatto ben poco: binari per il classico mal tracciati e troncati improvvisamente in diversi punti, tra cui in un tratto di discesa abbastanza impegnativo con curva a destra, dove ci si ritrova nel pieno della velocità su pista Fucinetto... in uscita a bomba per "fine binario" era impossibile rimanere in piedi, come una moto che prende un lungo, e infatti c'ho piantato due bei voli piuttosto secchi; la prima volta in quanto non sapevo dell'interruzione improvvisa del tracciato (binario), mentre al secondo passaggio perché ho voluto provare a ripassare tenendo gli sci allineati, ma col medesimo risultato... culo a terra!

Nonostante ciò, successivamente mi sono spostato su pista Aduis da 2,5 km, quasi completamente piatta se si esclude una piccola salitella a metà; un tracciato semplice ma che comunque, in 5 giri totalizzati, mi ha permesso di raggiungere una certa continuità di esercizio e spinta. Anche in questo frangente, il percorso era veramente mal tracciato, con binari in buona parte spariti nel marciume che ha caratterizzato la condizione nevosa, in questa giornata di bellissimo sole quasi primaverile.

In definitiva, nel totale delle piste percorse ho coperto una ventina di km circa, sciando con buona spinta, ma in maniera del tutto rilassata, e arrivando da una settimana di buon "carico atletico" ci stava. Con le condizioni trovate oggi, mi sento di dare a questa località sciistica un 6; di certo ho sciato in piste più curate, o forse perchè si trattava di periodi climatici più propizi e condizioni più favorevoli.

Da menzionare la grande carica di spirito che aleggia costantemente nel mitico Fondopullman, vera e propria instancabile fucina di zingarate e minchiate varie che rendono le trasferte lunghe come quella di oggi un pò più corte. Chiudo questo post con un saluto a Luca che ormai è entrato in fissa totale con la disciplina del Nordic Ski Walking e questo mi fa piacere; dopo aver finalmente individuato il bastone ideale, ti auguro di fare grandiosi allenamenti! :) E infine, un incoraggiamento a Daniele, che domenica prossima, in terra svedese sfiderà sè stesso nell'impegnativa Vasaloppet di ben 90 km!

Vi lascio con qualche scatto fotografico dal campo!

A presto!



Avvicinamento al cuneese: svetta il Monviso

"On Board Camera": sui binari in alternato; sullo sfondo la diga

Alpi Marittime dalla pista

Sguardo non proprio convinto: oggi c'ho messo un pò per
trovare una buona continuità di sciata, soprattutto a causa
delle condizioni delle piste




giovedì 23 febbraio 2017

Storie di campioni: Lorraine Moller

Profilo e palmares

Lorraine Moller coi colori "All-Blacks"
- Nome: Lorraine Moller.
- Allenata da: John Davies.
- Nata a: Putaruru - Nuova Zelanda il 1° giugno 1955.
- Medagliere: 
Giochi Olimpici di Barcellona 1992 - Oro in Maratona.
Giochi del Commonwealth: Edimburgo 1986 argento in Maratona; Brisbane 1982 bronzo sui 1500m e bronzo sui 3000m.


Dossier

Lorraine Moller è stata un'olimpionica per quattro volte, medaglia di bronzo Olimpica, finalista in meeting di atletica a livello mondiale, medagliata in molteplici Giochi del Commonwealth e vincitrice di ben 16 grandi maratone internazionali, inclusa la Maratona di Boston. Detiene il primato per essere stata l'unica donna ad aver corso tutte le maratone Olimpiche femminili del ventesimo secolo.

La sua carriera cominciò come eccezionale mezzofondista quattordicenne allenata dal "protetto" di Lydiard e medaglia di bronzo Olimpica nei 1500m John Davies. Sempre rimanendo fedele ai metodi di allenamento di Lydiard, la stellare carriera di Lorraine è durata per ben 28 anni e conclusa come imbattuta atleta master nei suoi quarti Giochi Olimpici all'età di 41 anni, dopo essersi distinta a livello internazionale in eventi  che spaziavano dai 400m alle corse campestri fino alle 50 km. L'ampia gamma di successi ottenuti le hanno permesso di ricevere da Sir Peter Snell l'onorificenza di "Più grande fondista donna della Nuova Zelanda".

http://lydiardfoundation.org

Lorraine si affacciò alla maratona nel 1979 sotto la tutela dell'Olimpionico americano Ron Daws, un altro sostenitore di Lydiard. Durante i suoi anni olimpici si allenò sotto la guida della medaglia d'argento sui 5000 m nel 1976 e coach certificato "Lydiard" Dick Quax. Lorraine accredita la grande longevità della sua vasta gamma di performance atletiche, e soprattutto la sua carriera priva di infortuni di rilievo, al metodo di allenamento di Arthur Lydiard e dei suoi bravi allenatori, abbinato al suo raffinato approccio filosofico alla competizione che lei descrive come un "processo dentro-fuori".

Parallelamente ai suoi successi atletici, Lorraine, è stata inoltre antesignana per l'uguaglianza delle donne nell'atletica, un'attivista che s'è battuta per far si che il professionismo venisse riconosciuto nella corsa sulle lunghe distanze; è anche esperta scrittrice e abile oratrice.

Dal suo ritiro dallo sport agonistico avvenuto dopo le Olimpiadi di Atlanta nel 1996, Lorraine ha co-fondato la Fondazione Lydiard insieme a Nobuya Hashizume, al fine di educare atleti e preparatori nell'arte dell'allenamento di durata e nel raggiungimento del "picco" di forma.

Lorraine Moller insieme al Coach
Internazionale Arthur Lydiard

La sua autobiografia "On the Wings of Mercury" (Sulle ali di Mercurio), pubblicata nel 2008, fu lanciata dal primo ministro neo zelandese Helen Clark e divenne n.2 nella lista dei Best Seller in Nuova Zelanda.
Lorraine si dedica con passione ad insegnare i principi di allenamento di Arthur Lydiard ad allenatori e corridori che, come lei, credono sia una sistema in grado di conferire all'atleta gli strumenti necessari per capire come potersi allenare in maniera intelligente e rigenerativa, tale da promuovere la gioia di correre e l'eccellenza in termini di prestazioni.


(Fonte: http://lydiardfoundation.org - Traduzione dall'inglese: Matt J. Baner)