Mattia Bianucci | Preparatore atletico e Personal Trainer | Alessandria

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domenica 9 agosto 2015

Camminata Pessinatese 2015 - Undici anni dopo

(Questa gara non è stata minimamente publicizzata, fatta eccezione, stranamente, per il Piccolo di Alessandria; e il peccato è stato solo per chi non l'ha corsa; a mio avviso, una delle più belle gare della provincia)


(Il Team Quality con l'ospite d'eccezione, Diego Scabbio, primo assoluto)


(L'impegnativo finale, ancora, e in modo repentino, passaggio da discesa ripida su difficile sterrato a rampa in salita, a 500 m dall'arrivo)

(Claudia Marchisa e Diego Scabbio, i vincitori della Camminata Pessinatese 2015)

(Belvedere)


2004-2015; la Camminata Pessinatese fu la prima gara corsa in maglia SAI Frecce Bianche ben undici anni fa, dopo che Paolone degli argini mi presentò a Peo Luparia, allora attivissimo Presidente della squadra.
Sbagliai completamente l'approccio a quella prima gara, e, nonostante il consiglio di Stefano "Cavallo Pazzo" di andarci piano sulla discesa iniziale, non riuscii a dosare bene l'impulso di partire forte, ero troppo gasato - col risultato che andai verso "l'autodistruzione" già a pochi metri dall'imbocco della prima salita, e il resto fu un semi calvario da gestire fino alla fine. 
Ci vollero parecchi giorni per recuperare la gara, ma la mia motivazione era alle stelle e mi sentivo gasatissimo dopo questa esperienza. In SAI eravamo in tanti, i più anziani mi davano consigli che apprezzavo, ci spostavamo addirittura con il pulmino "griffato" di squadra e mi sentivo parte di un gruppo, una sensazione che ti fa sentire forte.

L'edizione 2015 di stamattina, "Ricordando il Maestro, Giuseppe Colla", è un'altra storia; ne è passata tanta, tantissima di acqua sotto ai ponti in questo lasso di tempo; in questi anni ho sperimentato tanto a livello sportivo anche allontanandomi parecchio dalla corsa, modificando il mio fisico per più discipline aerobiche, verso un approccio MultiSport che più mi si addice. 
Quest'anno ho voluto rifarla, in primis perchè si tratta di una delle gare più difficili della nostra provincia (sebbene sia stata inspiegabilmente snobbata sia su carta che on line), tecnica e dalle caratteristiche molto variegate, asfalto, sterrato, ciottoli, un ibrido perfetto tra gara su strada e trail; e poi perchè ci tenevo a correrla meglio.
Difficile gestire la distribuzione dello sforzo progressivo con una discesa piuttosto secca e piena di cambi di direzione e tornanti fin dall'inizio, il rischio è quello di andare sovra-ritmo. Si raggiunge l'imbocco della salita troppo forte, e il ritmo si spezza di colpo, adeguando il passo ad una lunga scalata, a sensazione una salita lunga più di 4 km, dapprima su asfalto e successivamente, nella fasi più impegnative, su sterrato e ghiaia.
E' tra il quinto e il sesto chilometro che è sopraggiunta una lieve crisi che mia ha fatto rallentare notevolmente, ma che in seguito, con calma e concentrazione sono riuscito a risolvere, rimettendomi sul giusto binario.
Nel momento di disagio sono stato superato dall'amica Claudia Marchisa (che ringrazio per il supporto) e successivamente dal mitico Alessandro.
Per rimettermi in carreggiata, dopo il settimo chilometro, in un tratto di lieve discesa, sono stato al passo di Alessandro, grande aiuto morale, riuscendo così a rilassarmi e a recuperare energia.
All'imbocco dell'ultimo tratto boscoso di discesa ripida e piena di sassi verso il torrente, mancavano ormai praticamente 1500 m all'arrivo, e a questo punto mi sono letteralmente fiondato giù.

Aver optato per indossare le mie Nike Wild Trail da trail running si è rivelata una scelta azzeccata, considerando il tracciato misto che abbiamo trovato. Su questo discesone ripido vedevo davanti a me Claudia e Alessandro in fase di frenata avvicinarsi sempre di più e sempre più vicina anche la fine del percorso, psicologicamente un sollievo. Per quanto possibile, ho ulteriormente proiettato il peso in avanti riuscendo a recuperare due posizioni, stringendo in denti sull'ultima rampa asfaltata - un muretto ripidissimo di 15 m (una brutta visione verso fine gara) da scavalcare per ritrovarsi sulla strada principale, finalmente verso l'arrivo.

Chiudo la mia prova in quinta posizione assoluta e secondo della mia categoria, con il tempo di 42':43'', rifacendomi nettamente dall'edizione 2004!
Una gara davvero difficile, in cui le possibilità di rifiatare sono poche o nulle, con una salita centrale davvero lunghissima e impegnativa.

Vince l'amico Diego Scabbio in scioltezza, facendo praticamente il vuoto dietro di sè in 36' e rotti (purtroppo non sono ancora in possesso di nessun tipo di classifica e/o tempi). 
Un plauso a Claudia e ad Alessandro per la costanza di risultati e la continuità che state dimostrando sia nella voglia di allenarvi che nella condotta di gara! Bravi!
In modo particolare Claudia, oggi nuovamente prima donna del percorso!
E Tiziano: lo sai che oggi sei stato bravo a gestirti, in uno dei tracciati più impegnativi della provincia, tra l'altro affrontato per la prima volta! So bene che la voglia di mollare su quel salitone è tanta, e i perchè che ti balenano in testa sono molti, ma li hai scacciati.. e hai combattuto e vinto! Fino alla fine!

L'organizzazione è stata essenziale ma comunque funzionale; percorso ottimamente segnalato e presidiato nelle svolte, con l'unico neo, il fatto che due soli punti di ristoro secondo molti non fossero sufficienti; per il sottoscritto un dettaglio, dal momento che sono solito idratarmi molto bene prima, e in gara mi verso l'acqua principalmente in testa.. Acqua, tè e biscotti come ristoro finale, sono stati più che buoni; inutile esagerare, visto che il Ristorante Belvedere era a portata di sedia!!!
Poca partecipazione purtroppo, per questo spettacolare, duro, tecnicissimo percorso immerso nello stupendo scenario della Valborbera. Non sapete cosa vi siete persi!

A presto!! 



domenica 2 agosto 2015

Nordic Ski Walking e Ski Bounding - Che cosa sono?

(Il corretto allineamento del corpo, la giusta lunghezza del passo e le variazioni da Nordic Ski Walking a Ski Bounding)






(Un ottimo rapporto qualità-prezzo è rappresentato dai bastoni LEKI Spin Titanium, che utilizzo personalmente e che mi sento di consigliare; leggeri, regolabili fino a 130 cm ed estremamente versatili per utilizzi che vanno dal Nordic Walking classico, alla sua versione sportiva più vigorosa, il Nordic Ski Walking, fino al Nordic Running)



Il Nordic Ski Walking e lo Ski Bounding sono due ottimi metodi per fare pratica con la tecnica classica di sci di fondo e rimanere in forma durante l'estate per poi essere pronti d'inverno con la neve. In rapporto al podismo e alla corsa invece, queste due attività permettono di effettuare un allenamento molto intenso ma alleviando il sovraccarico sulle articolazioni delle gambe e sull'apparato muscolo-scheletrico (vedi precedente post Tesi sul Nordic Running).
Utilizzo la metodologia di esercizio mostrata egregiamente nel video qua sopra molto spesso nell'ultimo periodo, sotto forma di fartlek e variazioni di ritmo, con ottimi risultati allenanti che vanno a trasferirsi ottimamente nella corsa.
Nordic Ski Walking e Ski Bounding insegnano ad utilizzare il peso del corpo per spingere proiettati in avanti, migliorano la postura e la tonicità muscolare generale, mettendo in azione praticamente tutti i distretti muscolari contemporaneamente. 10 km fatti in questo modo hanno una valenza allenante doppia rispetto alla corsa tradizionale, soprattutto se in salita.

Segnalo l'ottimo sito, in inglese, per approfondire ulteriormente l'argomento: http://crosscountryskitechnique.com/how-to-ski-stride-ski-walk-ski-bound-video-tutorial/

A presto!

domenica 26 luglio 2015

Rocca Grimalda - 38° Trofeo Della Monferrina


(Primi 3,75 km chilometri di salita)


(La progressione finale)


(Il TeamQuality e la botta di endorfine)


(I Primi)


(Quarto posto di categoria)



Dopo Montaldeo, con Rocca Grimalda si completa la doppietta di super appuntamenti podistici per il mese di luglio, a cui non si poteva assolutamente mancare. La settimana a venire sarà di allenamenti blandi e comunque di recupero, poi si penserà a Pessinate.
Il Trofeo Della Monferrina è caratterizzato da un percorso tecnicamente impegnativo, muscolarmente intensissimo - direi, quasi, ad un livello superiore al Giro Del Morto di Valmadonna.
Non servono molte parole, in quanto l'altimetria parla chiaro:


Salita dura e lunga, con altrettante discese, ugualmente dure e ripide! Notevoli i passaggi trail repentini con tanto di attraversamento di un guado e nuovamente su strada dopo poche decine di metri; lo sforzo percepito è stato costantemente molto intenso e poco si è potuto recuperare in discesa, dal momento che era necessario rimanere costantemente molto concentrati, visto il livello tecnico.
Oggi ho fatto fatica a "scalare" con un alto tasso di umidità, che fa percepire le temperature estive normali, più calde di quanto in realtà siano, mentre si pratica sport.
Nonostante ciò, il mio passo è stato regolare, in "negative split" come sono solito affrontare questo tipo di tracciati.
All'altezza dell'ultimo strappo, al 3,5 % lungo più di un chilometro, è subentrata una lieve crisi che mi ha fatto perdere ritmo e fluidità, ma grazie al supporto morale di un podista affiancatosi a me (ti ringrazio ma non conosco il tuo nome), ho potuto recuperare energia sufficiente per lanciarmi nella progressione verso l'arrivo, recuperando un paio di posizioni e chiudendo col tempo di 46':17''.

Sono soddisfatto della mia gara, sebbene, già in corsa, appurassi tra me e me che ha assolutamente ragione chi asserisce che in questo periodo estivo, le gare domenicali non dovrebbero superare i 6,5 - 7 km. Questo per il semplice fatto che, in queste condizioni, non solo gareggi contro te stesso e il percorso collinare, ma anche e soprattutto contro l'umidità e il caldo che debilitano davvero tantissimo.

Molto contento del quarto posto di categoria e in generale di come ho distribuito lo sforzo sul tracciato.
I miei amici in gara sono stati straordinari: 
Tiziano che ormai utilizza un modo di gestirsi le gare "a sensazione" scientificamente esatto, oggi ha corso senza mai mollare un colpo e senza orologio! (Giovedi scorso l'abbiamo azzeccata tutta!! eh?)

Alessandro, dopo una settimana di recupero da una lieve influenza, con una sola uscita di allenamento, primo della tua categoria! Bravo!!

Claudia: PRIMA DONNA!!! Nient'altro da aggiungere, se non che la costanza e la continuità, unite al piacere di allenarsi, portano a buonissimi risultati!

L'organizzazione è stata fantastica, non ho niente da aggiungere. Location, logistica, supervisione dei parcheggi, pacco gara, ristoro, premiazioni. Una domenica mattina di altissima qualità!

A presto!




sabato 25 luglio 2015

Il Chi Running - Per correre non servono le gambe

Mi fa piacere presentare, qui sul mio blog, una panoramica introduttiva sul "Chi Running", approccio assolutamente alternativo ed innovativo alla corsa, motivo di grande interesse personale.
L'articolo che segue è tratto da www.benessere.com, e in più, un interessante documentario video dell'autore Danny Dreyer di un'ora circa sulla disciplina. Buona lettura e buona visione!

(Danny Dreyer: Chi Running - Un rivoluzionario approccio per una corsa meno dispendiosa e senza infortuni)

(Per correre non servono le gambe)




IL CHI RUNNING
Per correre non servono le gambe”; è questa la grande rivoluzione del ChiRunning. Rispetto agli approcci più classici, come il Power Running, si tratta di una metodologia olistica e innovativa applicata alla corsa che consente di bilanciare gli sforzi ed evitare gli infortuni. Essa integra alla perfezione la tecnica di corsa con gli insegnamenti dell’antica arte del Tai Chi secondo i principi del “non-agire” per cui il “chi”, che è l’energia che anima tutte le cose, deve scorrere liberamente attraverso un sistema di meridiani che distribuiscono l’energia in tutte le parti del nostro corpo. Dunque, non solo allenamento ma una modalità che aiuta a vedere e considerare la vita in maniera autentica che ha molta affinità con discipline come lo Yoga, il Karate, il Chi Kung (o Qi Gong) e ovviamente il Tai Chi Chuan. Lo sguardo è oltre il raggiungimento del risultato immediato e pratico, l’obiettivo va a porsi all’interno del proprio sé ed è strettamente legato alla spiritualità e allo sviluppo della consapevolezza. Anche nei principi e nei termini si segnala una netta distanza con l’allenamento standard:







ORIGINI
Il successo e la diffusione del ChiRunning originano dagli Stati Uniti a seguito della pubblicazione di un libro scritto dal maratoneta, istruttore e ricercatore Danny Dreyer. 
Negli ultimi anni la pratica del ChiRunning si è progressivamente diffusa dagli Stati Uniti a molti altri paesi, fino a costituire un vero e proprio fenomeno di massa: dopo aver venduto più di 150.000 copie in patria ed essere stato tradotto in 14 lingue, il manuale di Danny e Katherine Dreyer è giunto in Italia in un’edizione appositamente curata da Gary Brackett, allievo di Dreyer, pioniere del “movimento” e primo istruttore autorizzato di ChiRunning in Italia. Dreyer, mettendo a punto la sua metodologia, è partito dal dato che il 65% di coloro che praticano la corsa negli Stati Uniti vanno incontro, almeno una volta l’anno, ad un infortunio. Ciò viene motivato dall'autore dal fatto che la corsa è troppo focalizzata sul potenziamento, a discapito dell’organismo considerato nella sua totalità. 


Danny Dreyer individua nel chirunning 4 “Chi- skills” che non sono altro che i quattro principi con i quali chiunque abbia intenzione di cambiare la propria maniera di correre dovrà confrontarsi da subito: 

• Concentrazione 
• Percezione corporea 
• Respirazione 
• Rilassamento 

TECNICA DI CORSA
Cambio di passo, nuovo e più efficace assetto posturale, controllo dell’appoggio del piede e continua ricerca del migliore rilassamento del corpo durante la corsa sono alcune delle innovazioni tecniche che caratterizzano questa disciplina. 
L’allineamento posturale che si traduce nel mantenimento di giusti rapporti tra punti precisi del corpo (lobo dell’orecchio, spalla, ossa iliache, malleolo esterno) e il rilassamento sono due condizioni inscindibili e indispensabili per svolgere una corsa efficace. L’una deve comprendere l’altra. Il controllo del baricentro presuppone un appoggio che va a porsi sulla parte mediana del piede bilanciato con un’inclinazione verso l’avanti del tronco così da sfruttare meglio l’azione propulsiva naturale della forza di gravità per spingersi in avanti; in questo modo diminuisce, inevitabilmente, la fatica degli arti inferiori che dovranno spingere meno ma soprattutto si annullano tutta una serie di microtraumi e contraccolpi a carico della colonna vertebrale e delle articolazioni del ginocchio del bacino e della caviglia. 

Per avere un corretto allineamento posturale occorre mantenere una posizione del bacino, che deve essere leggermente spostato in avanti. In questa azione non bisogna contrarre i glutei ma portare lo sforzo sulla parte bassa dei muscoli addominali. I piedi devono essere paralleli e alla stessa larghezza del bacino. 

Il corpo deve essere inclinato in avanti per consentire alle gambe un minore impatto e quindi un minore rischio di traumi. Questo “sbilanciamento” in avanti deve partire dai piedi e di conseguenza tutto il movimento delle gambe deve avvenire dietro il tronco così da rispettare la regola di equilibrio propria del Tai Chi. Ovviamente le braccia offrono un valido contributo nell’azione di spinta. Non a caso è proprio questo “l’assetto” di corsa dei più grandi maratoneti del Kenya e dell’Africa Orientale che sempre più si impongono durante le competizioni internazionali di più alto livello. 

Durante un workshop di ChiRunning si è invitati a prendere coscienza del proprio modo di correre anche attraverso l’uso di video, rivedendo la propria azione, imparando a sentire il giusto assetto e a riconoscere la maniera di spingere più efficace. Ovviamente si lascia tempo al corpo di abituarsi alle nuove indicazioni e ai nuovi stimoli; non vi è mai costrizione e imposizione. Col passare del tempo ci si potrà stupire che qualcosa nel proprio modo di correre è cambiato ma soprattutto che grazie a questa “riprogrammazione” si sta meglio, si fa meno fatica e si avvertiranno sempre meno dolori articolari. 

www.chirunning.com

Un libro interessantissimo con molti spunti di approfondimento e sperimentazione;  ve ne consiglio vivamente l'acquisto al link di testa!

mercoledì 22 luglio 2015

Fartlek collinare, scarico e temperature africane

(I balzi in salita con i bastoni che costituisco l'allenamento tipico del Nordic Ski Walking e dello Ski Bounding sono risultati tremendi con queste temperature africane)


Al fine di recuperare dalla gara domenicale, è mia abitudine esercitarmi in sedute di Nordic Ski Walking e Nordic Running parecchio intense e quasi sempre svolte di martedi. 
Nonostante siano uscite fisicamente impegnative, dal momento che lo sforzo (come ho già ampiamente trattato) è distribuito sul 95% della muscolatura, il carico sulle gambe risulta comunque parecchio alleviato rispetto alla corsa tradizionale, e questo aiuta a smaltire fatica e pesantezza muscolare.
La sessione di ieri sera ha riguardato un fartlek di 5 km con variazioni 40''/40'', alternando le discipline di cui sopra; ma la sfida non è stata tanto il resistere alle variazioni di ritmo, quanto a non cadere giù per terra per l'insopportabile temperatura percepita.
Alle 19:15 ero in collina e il termometro segnava 37 °C, una follia; Sebbene fossi a dorso nudo e con riserva idrica appresso, all'altezza del quarto chilometro, su rettilineo d'asfalto, ho cominciato ad avvertire qualche problemino.
Zero aria, calore da sopra e da sotto, difficoltà a respirare, principio di appannamento della vista con perdita della forza, temperatura percepita assurda, come essere vicini ad una stufa aperta. E' stato in questo momento che ho capito di dover mollare tutto, fermarmi, e mettermi subito all'ombra.
Così ho fatto; fermo per 5 minuti a bere e a svuotarmi la borraccia d'acqua addosso. Successivamente, con calma e su un sentiero all'ombra, mi sono rimesso in marcia, riprendendomi.
Credo che, quasi sicuramente, se avessi proseguito con le variazioni di ritmo, mi sarei trovato belle lungo per terra, un caldo semplicemente inaccettabile per svolgere attività fisica. 

Consiglio a tutti di fare molta attenzione ad allenarvi fuori con temperature così elevate; è solamente uno sforzo eccessivo per l'organismo e porta più svantaggi che benefici! Quindi, siate cauti e usate il buon senso; ascoltate il corpo e al primo segnale di disagio, fermatevi immediatamente!

Oggi, invece, in indoor e relativamente al fresco, ho svolto una seduta blanda e in scioltezza di 15' di remoergometro + 5' di spinning bike. Allenamenti multi sport aerobici supplementari ma a basso impatto per le articolazioni che sono una vera e propria manna dal cielo.

A presto! :)


domenica 19 luglio 2015

Stra Montaldeo 2 - Una gara ben riuscita

(Oggi il caldo è stato più gestibile, anche grazie a diversi passaggi completamente all'ombra)

(Il giudice Pier Marco Gallo attento a presidiare la zona parcheggio dopo i fatti sfortunati di domenica scorsa ad Ovada)


(Ancora, giudici UISP attenti e vigili in zona parcheggio. Oggi, anche mio papà ha volontariamente presidiato la zona parcheggio insieme ai giudici, al fine di scongiurare fastidiosi furti e scassinamenti come accaduto la scorsa settimana durante lo sfortunato "Trofeo Soms" di Ovada. Trovo che questa sia una risposta importante data dai giudici UISP, che dimostra la volontà di fare bene. C'è da augurarsi che questo sia di buon auspicio per il futuro e che questi presidi, magari anche con l'appoggio di volontari, vengano mantenuti; Desiderio espresso anche da molti atleti prima della partenza)


(Soddisfatto della mia prestazione!)


(Il nostro Team Quality: la gara femminile, nell'ultimo periodo, si snocciola tutta qui)



La Stra Montaldeo, una gara che non avevo mai corso prima, ma che, proprio a causa della sua collocazione territoriale, già visionandola sul volantino podistico provinciale un mese fa, mi ispirava molto, come si suol dire "a pelle". 
La zona dell'ovadese, infatti, a livello di corsa su strada, offre sempre nuovi stimoli, e sfide, visto e considerato che i durissimi percorsi che volontariamente si vanno ad affrontare, non possono essere assolutamente improvvisati, ma anzi, preparati minuziosamente, nulla dato al caso.
Montaldeo cade esattamente una settimana prima della "Monferrina" di Rocca Grimalda e, con quest'ultima, costituisce una doppietta micidiale di appuntamenti podistici a cui non si può mancare assolutamente.
Meno caldo rispetto ad un paio di settimane fa in quel di Mornese; percorso tecnicissimo da 8,5 km che sarebbe stato molto meglio correre con scarpe da trail, piuttosto che con le canoniche da strada; questo a causa dei consistenti tratti di sterrato ed erba che hanno messo a dura prova il grip delle suole, specialmente in un tratto erboso, in cui è stato necessario effettuare una corsa quasi balzata per procedere.
Tracciato segnalato ottimamente, con frecce e operatori all'altezza delle svolte; rifornimenti idrici più che sufficienti. Una gara che avevo pianificato, e preparato, in modo da correrla in progressione, e così ho fatto in modo soddisfacente. Su percorsi del genere è fondamentale, per me, concentrarmi sulla distribuzione graduale dello sforzo, solo così mi risulta agevole affrontare gli impegnativi strappi in salita, recuperando parecchie posizioni.
La gara presentava l'apice massimo di difficoltà proprio sul finale, tra il settimo e l'ottavo chilometro, con uno strappo secco di più di 400 m in salita su sterrato, notevolmente verticale. Solo in questo frangente, procedendo di corsa, mi sono trovato impiccato e ho perso circa tre posizioni.
Da qui, è stato necessario alternare la tecnica di marcia in salita con tutto il peso proiettato in avanti, alla corsa, fino poi a sbucare in paese, nuovamente su asfalto, per affrontare l'ultimo chilometro.
Il finale è stato piuttosto intenso e impegnativo, ma, anche se ho avuto un piccolo calo sull'ultima salita, ciò non mi ha impedito di chiudere la mia prova in 39':09" e sono molto soddisfatto!
Da menzionare anche gli amici in gara con me oggi:
Tiziano, che di gara in gara stai capendo come gestire bene lo sforzo e distribuirlo lungo il tracciato. Avanti così!
Alessandro che, da leggermente influenzato, hai stretto i denti fino in fondo; non oso immaginare che sforzo abbia comportato per te, non al 100%, arrivare in fondo ad un percorso straccia gambe come questo! Bravo!
Claudia, dopo il danneggiamento di domenica scorsa, oggi sei tornata a sorridere all'arrivo e sei stata completamente ripagata con un'ottima gara svolta! Seconda, a nemmeno un minuto dalla tostissima Ilaria, è motivo di soddisfazione personale. Dajeee!!! :D

Oggi a Montaldeo sono stato da dio, bella gente, atmosfera rilassata, caldo quasi placato sotto al gazebo dell'abbondante ristoro. Bell'ambiente! 
Ringrazio tutti gli amici per la bellissima mattinata, ci si vede a Rocca domenica prossima!

Per ulteriori info sulla gara, e per visionare la classifica, vi invito a visitare il blog di Fausto Deandrea http://deandeafausto.blogspot.com 


domenica 12 luglio 2015

Trofeo Soms Ovada con furti e scassinamenti - Parcheggio non custodito? NO GARA!!

Apprendo tristemente da www.deandreafausto.blogspot.it, che stamattina, in quel di Ovada, molti podisti presenti all'evento di corsa su strada "Trofeo Soms - Memorial M. Grillo" organizzato dall'ente UISP, sono stati derubati degli effetti personali con relativo scassinamento delle automobili, mentre erano impegnati nella prova, in quella fatica che per noi è una passione, che ci permette di ritrovarci e stare piacevolmente insieme una mattinata.
Pare che stranamente, nessuno si sia accorto di nulla e, cosa ancora più incredibile, che nessuno presidiasse la zona. Molte macchine scassinate sta a significare che questo o questi mascalzoni abbiano avuto tutto il tempo per operare indisturbati e fare il pieno. Questi fatti sono assolutamente inaccettabili e mi fanno arrabbiare molto; posso capire una persona che insiste nel parcheggiare di sua spontanea volontà la macchina nell'area davanti al canile per correre agli argini di Alessandria, sapendo di andare volontariamente incontro ad un potenziale scassinamento, ma ad un evento ufficiale, tutto ciò NON DEVE ACCADERE!

Purtroppo tra le "vittime" di stamattina ci sono anche i miei amici Alessandro Schiara e Claudia Marchisa, e ne sono profondamente dispiaciuto. 
Appellandomi agli organizzatori chiedo che, per le prossime gare, vengano aggiunti "operatori di vigilanza" in loco o, ancora meglio, adibire un'apposita area a parcheggio custodito; a tal proposito, personalmente sarei disposto a pagare un'extra somma di denaro oltre all'iscrizione per avere questo servizio che, a mio avviso, risulterebbe FONDAMENTALE.
Credo di poter parlare a nome di molti podisti della provincia e non solo: almeno alle gare vogliamo sentirci sicuri, e credetemi, se questa sicurezza viene a mancare, vedrete il numero di partecipanti ai vostri eventi calare drasticamente, me compreso.
In un'acceso dibattito su facebook, alcune persone hanno anche accennato all'inserimento di un deposito bagagli, normalmente inesistente; in aggiunta al, ripeto, fondamentale parcheggio custodito, trovo che siano migliorie di servizio fattibilissime da applicare non tra un mese o due, ma già dalla prossima gara!!!

Sempre in riferimento al dibattito di cui sopra, è emerso che questo "Trofeo Soms" era già stato macchiato, in passato, da fatti analoghi a quello di stamattina, e l'organizzazione non ha fatto nulla per far si che la situazione non si riproponesse. La recidività è molto grave, e personalmente agirei con un boicottaggio totale verso le prossime edizioni!!

Mi auguro sinceramente e di cuore, che questo messaggio venga condiviso e divulgato, arrivando a chi di dovere.

A presto!

(Per ulteriori info sulla gara vera e propria e la classifica, vi rimando al sempre aggiornatissimo blog di Fausto Biocorrendo Deandrea www.deandreafausto.blogspot.it)